Spies, Haga e Fabrizio in lotta a Monza
Giornata no per Haga, che nella prima manche ha ceduto la vittoria a Michel e nella seconda è stato steso da un volatile. Giornata ni per l'americano, che è rimasto a secco in Gara-1, ma ha vinto Gara-2
Monza – Una giornata emozionante, ricca di colpi di scena, di ... polemiche. I motivi per far ricordare questa giornata nella storia dello sport motociclistico ci sono tutti: piacevoli alcuni, assai spiacevoli altri.
Cominciamo da questi ultimi, che si condensano nella parola "chicane". Ho già spiegato nell'articolo che ho dedicato al terribile incidente del primo giro di Gara-1 la pericolosità assurda e colpevole di questa variante ed è quindi inutile che mi ripeta. Vorrei porre anche l'accento sulle polemiche per le continue penalizzazioni e per l'assurda decisione di contrassegnare, nella notte prima della gara, il percorso di rientro da un'eventuale uscita dalla chicane con un tracciato obbligato, anche perché i piloti avevano provato per due giorni senza che ce ne fosse traccia.
Centinaia e centinaia di tagli di chicane in prova e in gara: una piaga che non ha paragone in nessun circuito del mondo e che ha una motivazione sulla quale nessuno discute.
In Gara-1, dopo la grande paura si è assistito ad una corsa molto combattuta e ad un finale stupefacente: Spies in testa con un margine sufficiente per vincere senza doversi impegnare in una volata gomito a gomito, arrivato a metà della Parabolica, ossia in vista del rettilineo d'arrivo, si è dovuto fermare per l'esaurimento del carburante, come un ragazzino squattrinato che, munito di tubo di gomma e di bottiglia, conta sull'aiuto del primo automobilista di passaggio. Non me ne vogliano i suoi bravissimi tecnici: stavolta è andata male, succede. Meregalli ha detto che tra la prima e la seconda partenza non sono riusciti a raffreddare la benzina per ridurne il volume. Scherzi delle massime tecnologie...
Così ha vinto Michel Fabrizio, che quando è in giornata e sul circuito giusto ha veramente poco o nulla da imparare dagli avversari. Oggi ha insegnato. Anche al professor Haga, e questo la dice lunga. In Gara-2 Spies ha giocato le sue carte come meglio non poteva: lui era carico a palla e a palla è andato; la sua Yamaha aveva questa volta tutto il carburante necessario, con la rabbia come additivo. Non c'è stata storia e non ce ne sarebbe stata in nessun caso. Nemmeno se Haga, dopo una partenza in testa, al curvone non avesse avesse trovato sulla sua strada un uccello che lo ha colpito violentemente al braccio destro "addormentandoglielo" e impedendogli di controllare la moto, che poco dopo è piombata come un missile nello spazio di fuga finendo oltre le barriere di protezione. L'uccello ha pareggiato i conti con la sfortuna di Spies in Gara-1, anzi ha concesso all'americano l'opportunità di guadagnare sei punti in classifica di campionato. Pochi, ma meglio che niente.
Fabrizio ha corso benissimo anche in Gara-2: con grinta, volontà, sicurezza. Kiyonari, quello che a Monza ogni anno ritrova se stesso, ha provato a "fregarlo", ma il romano non gliel'ha permesso.
Bravo e caparbio anche Biaggi, la cui Aprilia ha stabilito il nuovo record assoluto di velocità pura a Monza: oltre 325 km/h. Max è stato vittima in Gara-1 di una delle penalizzazioni da chicane (vi spiega lui a parte che cosa è successo e perché non ha proprio gradito l'attenzione) e questo gli è costato un terzo posto meritato, che tra l'altro avrebbe replicato un fatto storico: tre moto italiane ai primi tre posti di una gara del mondiale SBK (avvenne nel 2002 a Valencia in Gara-2: Bayliss - Ducati, Haga - Aprilia, Bostrom - Ducati). In Gara-2, nonostante il nervoso accumulato, ha tenuto un ottimo ritmo e nel finale ha rimontato tanto da portarsi vicino al gruppetto che si contendeva la seconda posizione. Ancora un paio di giri e...
Bella corsa anche nella Supersport. Quest'anno è tutt'altra musica rispetto alle gare anestetiche del 2008. Crutchlow e Laverty sono regolarmente protagonisti, ma ogni volta ci sono nuovi contendenti molto validi, ruolo che questa volta è stato ricoperto dal ritrovato Foret. E sono convinto che Pitt e Sofuoglu, nonostante l'apparente crisi, abbiano ancora molto da dire. Vedremo.
1 Noriyuki Haga (JPN) 200
2 Ben Spies (USA) 146
3 Michel Fabrizio (ITA) 125
4 Leon Haslam (GBR) 103
5 Tom Sykes (GBR) 90
6 Max Biaggi (ITA) 81
7 Régis Laconi (FRA) 77
8 Jonathan Rea (GBR) 77
9 Max Neukirchner (GER) 75
10 Ryuichi Kiyonari (JPN) 65
11 Jakub Smrz (CZE) 56
12 Carlos Checa (ESP) 53
13 Yukio Kagayama (JPN) 52
14 Shane Byrne (GBR) 41
15 Ruben Xaus (ESP) 40
16 Troy Corser (AUS) 35
17 Shinya Nakano (JPN) 34
18 Broc Parkes (AUS) 17
19 John Hopkins (USA) 9
20 Tommy Hill (GBR) 6
21 Karl Muggeridge (AUS) 4
22 Brendan Roberts (AUS) 3
23 Roberto Rolfo (ITA) 3
24 Luca Scassa (ITA) 3
25 Matteo Baiocco (ITA) 3
26 Makoto Tamada (JPN) 2
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